V13

Ne ho parlato in numerosi post precedenti, è notorio: mi piace lo scrittore Emmanuel Carrère. Quindi, appena ho saputo che era stato dato alle stampe il suo nuovo libro (V13) mi son detto: “Lo compro, quanto prima”. Detto fatto. Oggi, in un giorno di pioggia a Roma, quando tutti hanno sentito l’esigenza di prendere la macchina per finire imbottigliati volontariamente, sono entrato in una libreria che non conoscevo, dalle parti della Via Salaria, dopo avere bevuto un cappuccino servito da una donna bella e sorridente, con i capelli scuri trattenuti in una crocchia, per comprare la mia copia dalla copertina rosso fuoco su cui campeggia un ‘opera di Lucio Fontana (“Concetto spaziale” 1966-1967). Dovevo farlo. Perchè l’associazione di tutte queste cose, la pioggia, Roma, Via Salaria, la piccola libereria indipendente, ma soprattutto la barista, dovevano portarmi lì e solo lì tra le pagine di un processo.

il fato quotidiano

Per Borges, il fato è un tema ricorrente nella sua opera, e si riferisce alla sensazione di inevitabilità che sembra permeare la nostra esistenza. In altre parole, il fato è la convinzione che ciò che accade nella vita sia predestinato e non possa essere evitato.

In molte delle storie di Borges, il fato è visto come un’entità indifferente, quasi spietata, che agisce indipendentemente dalla volontà umana. Per esempio, nel racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, il protagonista si rende conto che ogni decisione che prende crea un’infinita serie di alternative, e che in ogni caso la sua scelta finale era già stata scritta dal fato.

Tuttavia, Borges non crede che il fato sia completamente incontrollabile. In alcune storie, suggerisce che l’individuo ha un certo grado di controllo sul proprio destino, anche se questo controllo è limitato e spesso illusorio. In “La ricerca di Averroè”, ad esempio, il protagonista crede che la sua conoscenza e il suo talento lo metteranno al riparo dal fato, solo per scoprire che, in realtà, il suo destino era già stato deciso dal momento in cui è nato.

In definitiva, Borges vede il fato come una forza misteriosa che permea l’universo e che determina il destino dell’individuo, ma al contempo crede anche che l’individuo possa influire in qualche modo sul proprio destino. In questo modo, il fato diventa un concetto che riflette la tensione tra determinismo e libero arbitrio, tra il destino e la scelta individuale.

Il testo sopra riportato è stato scritto da ChatGPT, a seguito di mia specifica domanda. E’ plausibile, concreto e pertinente. Come molti dei testi prodotti dall’AI presenta alcuni elementi che lo smascherano. Ad esempio, l’uso della parola “tuttavia” a rovesciare alcune affermazioni fatte in precedenza. ChatGPT usa molto il “tuttavia”. Gli piace assai.

Tuttavia, ChatGPT ha già vinto la partita e in un arco di tempo, a mio avviso molto breve, prenderà il posto di molti e di molte. E’ il nostro fato.

com’è difficile restare calmi e indifferenti (giovanilità)

Parto da una premessa: non sarei voluto mai invecchiare. Avrei voluto restare adolescente, imprigionato in un lustro qualunque, tipo negli anni 80. Questa ipotesi, però, non è contemplata da Dio che ha preferito donarci uno sviluppo lineare del tempo e la facoltà di appassire più o meno lentamente. Dio scherza molto con noi e potrebbe essere anche uno strano soggetto amorale. Ma non addentriamoci in cose più grandi di noi.

Lo spunto di questo post confuso, invece, prende le mosse da un periodo piuttosto pesante di incomprensione con mia figlia. Che sta attraversando l’adolescenza e, un giorno sì e l’altro pure, mi fa incazzare come una bestia. Aggiungo una precisazione: sono consapevole che mia figlia non potrà vivere le stesse esperienze che ho vissuto io, nè ricalcare i miei passi. I tempi sono cambiati. Si dice sempre così. Anche nelle cose semplici: io ascoltavo musica alla radio o con le cassette, lei ha le app ed il cellulare. Io avevo il dizionario (pesante e scomodo), lei il cellulare e la rete. Io andavo piano, lei corre veloce. Verso dove? La massa di informazioni che viene processata ogni giorno e la rapidità con cui è consentito accedere a qualsiasi dato dovrebbe rendere i giovani dei super eroi dai poteri sconfinati. Sarebbe perfetto: peccato che a mia figlia di tutte queste informazioni non importa un’emerita ceppa. Anche quando trattano temi che la riguardano: ambiente, diritti civili, sessualità, orientamenti politici, migrazioni, sviluppo tecnologico. E’ tanta roba. Sono temi complessi, ma stimolanti. E’ difficile districarsi, sarebbe importante provare a farsi un’idea, a raccogliere opinioni, a confrontarsi. Invece, niente…. Mia figlia vive in superficie, rimane a galla, distratta, mentre il mondo ruota, le stelle si succedono nel firmamento e Dio continua a suonare la sua armonica.

Forse, mia figlia vuole realizzare il mio sogno: restare per sempre imprigionata nella sua adolescenza fatta di feste, musica, amicizie e fattanze, poco studio e molta apparenza. E credo che ci riuscirà. Non so come, ma ci riuscirà. E verrà a portare un fiore sulla mia tomba di vecchio saggio e dispensatore di inutili consigli.