So’ Gigi

Ero molto affezionato a Luigi Proietti, perché era un attore che mi faceva ridere. Era tutto denti ed aveva uno sguardo magnetico che bucava. La sua carriera è stata costellata di grandi successi e pur essendo un attore “popolare”, nell’accezione migliore del termine, aveva alle spalle anche tanta sperimentazione.

Mi sono sempre chiesto dove trovasse tutta quell’energia e capacità di tenere un palco, da solo, per ore.

Il tributo che gli ha dedicato Edoardo Leo, suo allievo, è bellissimo e molto umano. Vi consiglio di guardarlo su Raiplay, finché si può. E di non dimenticare Gigi, mai.

Quanto è brutta la guerra

Sono molte le generazioni, ormai, che non hanno conosciuto la guerra. Almeno in questo angolo di mondo. Per me la guerra è il racconto di mio padre, allora avrà avuto 14 anni, che portava sua madre sulla canna della bicicletta e si dovettero buttare in un fosso perché gli aerei americani mitragliavano le strade, lassù al Nord che c’erano ancora i tedeschi e non si sapeva quando tutta quella buriana sarebbe finita. Non c’era distinzione tra soldati e civili, mitragliavano e basta. Non lo facevano per cattiveria, anzi. Erano ragazzi giovani i piloti americani, neanche trentenni, cui erano state messe in mano delle macchine da guerra. E loro le utilizzavano per quello che erano, mica per fare il caffé.

In questi giorni si parla molto di armi, di diritti all’autodeterminazione, di confini violati, di democrazia, di morti. Il conflitto ucraino è una guerra fratricida, le cui motivazioni reali per me sono incomprensibili. Ma erano risibili anche quelle di Hitler, quando scatenò la seconda guerra mondiale. Annettersi l’Austria, trovare la scusa di occupare i Sudeti (regione a maggioranza tedesca che faceva parte della Cecoslovacchia ), poi cuccarsi la Polonia e fare la guerra a tutti gli altri è stato un attimo, anzi un lampo …

Nella comoda discussione che si fa da qui, “ben lontani dall’artiglieria”, sposo fortemente la necessità dei negoziati, ma rimango un pò perplesso quando si affronta il discorso armamenti. Ogni conflitto porta con sé l’escalation che tende a crescere a seconda della resistenza che si incontra. Se ti arrendi subito la guerra finisce all’istante; se ti organizzi, puoi dare filo da torcere all’invasore e magari ribaltare le sorti. E’ solo una questione di forze in campo. Se vinci, puoi dettare le regole, se perdi puoi solo subirle. Una logica semplice che, ovviamente, non tiene in conto gli effetti pratici: i morti.

Per sconfiggere Hitler ci sono voluti sei anni, con devastazioni e danni spropositati. Se nessuno si fosse opposto, come sarebbe andata a finire? Era giusto opporsi. E’ stato fatto. Le conseguenze sono note. Il giudizio della Storia è netto e chiaro.

Mio padre da quel fosso si è rialzato. La guerra l’ha subita da giovane adolescente. Non l’ha giustificata, non ne ha compreso le ragioni (se mai ve ne fossero). Ma è vissuto, poi, in un Paese libero. Grazie a chi ha costruito le armi migliori, a chi ha combattuto con maggior determinazione, a chi si è sacrificato. Avrà maledetto gli americani, in quei momenti, ma non li ha odiati dopo. Anzi.

Provo orrore ed una gran pena, di nuovo, nei confronti di chi fa politica con l’uso del cannone.