Agli italiani, si sa, piace spesso trovare il mostro da demonizzare:”La casta”, “I politici”, “I Figli di”. Diciamocelo: quanto è bello puntare il ditino, fare “no-no-no” ed indignarsi. Pochi mesi fa la categoria da disprezzare era quella dei “forestali” siciliani e calabresi. L’esercito di operai assunti dalle Regioni (a vario titolo) per occuparsi dei boschi italiani era vista come il simbolo dello spreco e del clientelismo. Ci hanno fatto delle “belle” inchieste Panorama e l’Espresso.
Poi, ieri, è successo questo: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/08/20/news/avellino_operaio_muore_mentre_spegne_un_incendio-41238111/?ref=HRER2-1
e nessuno, finora, ha speso una parola. Come se la vita delle persone non valesse nulla. Non è il primo operaio forestale che muore. Non sarà l’ultimo. Nesuno li ricorda mai.
Un ettaro di bosco bruciato costa agli italiani, grosso modo, 12.000 euro. A giugno gli ettari andati in fumo erano 6.798 il che fa una spesa per le tasche nostre di € 81.468.000. Ma la statistica è incompleta poichè vanno aggiunti i dati di luglio ed agosto. In tempi di “spending review” ce le possiamo permettere queste somme?
E, soprattutto, che aspettiamo a puntare il ditino (e non solo) contro gli incendiari?