Io e l’amore mio siamo usciti, di venerdi sera, per una cenetta romantica. Lo facciamo “random”, sfruttando spesso i coupons (che, signora mia, ormai si spende troppo per tutto), per stareun pò insieme lontano dai marmocchi. Le nostre serate sono “random” perchè non sappiamo bene cosa succederà. Ieri, ad esempio, abbiamo mangiato dell’ottima cucina “hong-konghese” sotto enormi lampadari rossi simili ad alghe di vetro e poi siamo usciti per fare una passeggiata a Campo de’ Fiori. E lungo la nostra via, sempre molto a caso (per non dire a casaccio) abbiamo incontrato: negozi con articoli dai prezzi proibitivi (ed ingiustificati), macchine parcheggiate ovunque, una seduta di psico terapia di gruppo in piazza, locali, localini, localucci, localoni, botteghe d’arte e rigattieri. Ma anche un gruppetto di sedicenni, a piazza Farnese, che erano molto loquaci e molto brilli. Abbiamo parlato un pò con loro,sentendoci, per ovvi motivi di età, un pò come dei marziani. E non è facile capire come mai un ragazzetto di buona famiglia, con la macchinina, il telefonino, non stupido (ha citato a memoria persino Dante), possa trovare divertente stordirsi di alcool per festeggiare un compleanno.
Come è anche difficile immaginare come ci comporteremo noi, tra dieci anni, quando anche i nostri figli saranno cresciuti e proveranno la stessa noia, le stesse bugie, gli stessi dolori.