Della materia, di Dio e della necessità di surfare l’onda

In un’intervista di qualche tempo fa, Margherita Hack (fisica, atea e adesso passata a “miglior vita”) affermava che Dio non esiste. La cosa in cui “credeva” era la materia. Osservata con il telescopio. Alla domanda “birichina” del giornalista su chi avesse creato la materia, la risposta della fisica fu un pò vaga: la materia è sempre esistita. Che è un pò come provare a risolvere il dilemma “prima l’uovo o la gallina” in apnea e con un cubo di Rubik in mano.

In questi giorni d’estate sto leggendo il libro “Giorni selvaggi” di William Finnegan (non è un personaggio di Joyce, ma ci starebbe benissimo nell’Ulisse), già premio Pulitzer 2016 proprio per quest’ opera. E’ la storia di un surfista. La storia di William Finnegan in his own words, ateo, ma anche lui convinto che la cosa più importante sia la materia (in questo caso sotto forma di onda).  Ed alla ricerca di questa materia perfetta William ha dedicato gran parte della sua vita (riuscendo a fare, nel frattempo, altre decine di cose).

Ritornando all’intervista della Hack (che adesso che ci penso non è passata a miglior vita, ma si è dissolta nella materia), la fisica affermava che la Terra finirà tra circa cinque miliardi di anni, risucchiata, insieme ad altri due o tre pianeti, dal Sole. Che è una bellissima prospettiva, remota, ma tutto sommato passabile.

Al che mi son detto che mettersi ad osservare con distacco e disprezzo un formicaio o considerare insensata l’attività degli insetti o di qualsiasi altra forma di vita è un esercizio che andrebbe applicato tutti i giorni agli esseri umani. Il cui valore, in un’interpretazione atea, è pari a zero,  e non necessiterebbe, conseguentemente, di alcuna morale o organizzazione.

Poichè polvere siamo e polvere ritorneremo (ah, no, questo l’ha detto l’uomo biondo con la barba che non esiste e non vale).

Vado a surfare l’onda. 155630431-072e784c-2977-4d70-9f91-e2bbcd1fd3b6

facili pronostici

Il 14 agosto Roma è semi-deserta. Le masse si sono spostate in altri luoghi (a far casino). La città è silenziosa: si percepiscono rumori che di solito sono coperti dal frastuono. Perfino la ruota della mia bicicletta fa un suono diverso sull’asfalto mentre scendo verso l’ufficio. A Villa Borghese, vicino ai monumenti egizi, uno scoiattolo zompetta prudente.

La città è più pulita, la città è più quieta, la città è più bella. Un incanto. Un’illusione.