la grande pochezza

Il nostro non è un Paese normale. Siamo in declino costante ed accelerato da almeno vent’anni. Abbiamo perso cultura, bellezza, intelligenze, capacità, avvitandoci nella spirale del menefreghismo e della solitudine, aiutati, in questo, da una classe politica chediocenescampi (riflesso effettivo della società). Su cosa si basa oggi la nostra democrazia? Sul fango, sul sospetto e sulla delazione. Prima li eleggiamo (nel nome di solidi principi) e poi li arreastano (nel nome della “legge”). Siamo al corto circuito generale: la politica invade ogni spazio, dice la sua su tutto (spesso in maniera incompetente) e non serve a far funzionare le cose ordinarie. Qualcuno, alcuni giorni fa, ha proposto la creazione del Ministero delle piccole opere e della manutenzione ordinaria. Un’idea molto semplice  e di buon senso per rimediare alla sciatteria ed alla bruttezza che ci sommergono. Una provocazione, in un Paese dove la gente, in realtà, non fa il proprio lavoro. Mai.

acqua & fuoco

Ieri è stata una giornata un pò particolare. Sono uscito dall’ufficio abbastanza presto, con il chiaro intento di andare un pò al mare. Volevo riconciliarmi con l’elemento liquido (che mi mette tanta serenità). Già lungo la strada (l’Aurelia) mi son reso conto che qualcosa non andava: parecchio fumo ed odore di bruciato portato dal vento. Ho pensato: ecco un pò del paziente lavoro fatto dai colleghi mandato in fumo dai soliti coglioni. Poi, sono arrivato in spiaggia, concentrato sulle onde e sulla “surf line”, e mi son reso conto che Fiumicino stava andando a fuoco: due Canadair a rotazione facevano scooping sul mare (con onde non proprio comode) e sganciavano in continuazione acqua sulla pineta. La colonna di fumo era bella alta. Così mi sono fatto il bagno, con la tavoletta, ho remato verso fuori e di tanto in tanto guardavo i mezzi antincendio fare larghi giri, posarsi lievi, rialzarsi e sganciare acqua decine di volte. Che gente fantastica sono i piloti dei Canadair: sono i migliori di tutti. Ho pensato ai colleghi di pattuglia, al lavoro per repertare le aree percorse dal fuoco, a quanta fatica si fa per preservare un angolo di verde e a quanto poco ci vuole per distruggerlo. La pineta che sta vicino alla pista dell’aeroporto, pur essendo inserita nel parco del litorale romano, gode di vita difficile:  è abbandonata a se stessa, spruzzata dagli scarichi degli aerei che decollano proprio sulla sua direttrice, giorno e notte. Sta lì, acciaccata, ma tenace. E anche  stavolta si riprenderà dall’ingiuria procurata dall’uomo.

il grande caldo

A parte i lazzi sul web che sottolineano come le persone si lamentino delle condizioni meteo sempre e comunque, devo ammettere che un luglio così “sudoroso” non me lo ricordavo da anni. Sono giorni che grondo e mi dispero: ho dimenticato il numero di docce fatte, cerco di star rinchiuso al fresco (cantina, catacomba .. fate un pò voi) … ma non c’è scampo. L’asfalto si fonde, le idee si confondono, la pressione si smoscia.

Tempo di darsi una calmata e di impostare nuovi ritmi lenti.

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Being Alexis Tsipras

Quest’anno l’allegra famigliola è stata in vacanza in Grecia. Che è quel posto che in TV e sui giornali sembra sul punto di fallire (pentitevi, la fine è vicina!), ma che in realtà esiste e funziona come qualsiasi altra parte del mondo. Ci sono i greci, ci sono gli alberghi, ci sono i turisti, il mare, l’ouzo, la birra Mythos, le taverne, i gatti e poi … il mare. Oh, il mare! Che bello, il mare! Un pò meno belli gli zozzoni che smollano plastica ovunque e defecano sugli scogli in calette meravigliose denotando un certo sprezzo del pericolo (e scarso senso estetico). Dunque, siamo andati a caccia di tramonti, che nella penisola calcidica sono bellissimi (poichè l’ovest  è proprio dritto per dritto), a esplorare fondali e a goderci il volo ininterrotto e bellissimo di centinaia di rondini. Lontani da tutto  fuorchè dal Monte Athos (e dalla sua fedele nuvoletta).

Adesso mangio solo insalata greca, alla faccia della sordida Germania.

essere tutti lì nello stesso momento

Ieri c’è stato il concertone del Jovanotti allo stadio olimpico a Roma. Evento cui ho preso parte con 3 quarti della formazione familiare (piccoLeo in panchina per limiti di età) e un considerevole spirito atletico (e di sacrificio) considerate le torride temperature ed il tasso di umidità relativa. Oggi, by the way, internet è invasa da tutte le fotine ed i filmatini di quelli che hanno preso parte al concerto,  per cui posso dirvi esattamente, da ogni angolatura, dove si trovavono amici e conoscenti (senza esserci, peraltro, neanche sfiorati). Io, per esempio, ero qui:

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