ma che soddisfazione

Lo so, oggi è Natale, ma sono andato a ripescare una foto sgranata della scorsa  estate, rimasta lì, dimenticata. Con i capelli spettinati, appiccicati dal sale, l’occhio aperto e soddisfatto. Insomma, per dire che basta tenere ancora duro per un pò e l’estate sarà di nuovo qui. Ecco.

gli auguri di Natale

Ieri sono andato a pranzo con i miei fidi collaboratori per festeggiare insieme le prossime festività natalizie ( a proposito: festevoli festività a tutti!). Nella locanda dove abbiamo consumato il pasto, invero un pò pesantello, c’era riportata sul muro una poesia del Trilussa che riporto integralmente:

“Mentre bevo mezzo litro,
de Frascati abboccatello,
guardo er muro der tinello
co’ le macchie de salnitro.
Guardo e penso quant’è buffa
certe vorte la natura
che combina una figura
cor salnitro e co’ la muffa.
Scopro infatti in una macchia
una specie d’animale:
pare un’aquila reale
co’ la coda de cornacchia.
Là c’è un orso, qui c’è un gallo,
lupi, pecore, montoni,
e su un mucchio de cannoni
passa un diavolo a cavallo!
Ma ner fonno s’intravede
una donna ne la posa
de chi aspetta quarche cosa
da l’Amore e da la Fede…
Bevo er vino e guardo er muro
con un bon presentimento:
sarò sbronzo, ma me sento
più tranquillo e più sicuro.”

Vino bono. Appunto. Prosit.

piastrelle

Ieri sera, con l’amore mio, siamo andati a vedere “La criptonite nella borsa“. Era parecchio che lo volevamo vedere, prima che sparisse dalle sale.  Eravamo in pochi, 4 spettatori (capienza 279 posti), e l’amore mio ha potuto praticare il suo sport preferito: “mettiti nel posto che non ti hanno assegnato”. Poi il film è cominciato ed è scivolato via liscio, leggero, leggero, quasi inconsistente. Tanti bravi attori, tanti piccoli pezzetti di una storia un pò sconclusa, ma anche dolce e tranquilla. I pezzi forti, comunque, sono stati una bella carrellata di vestitini vintage 1973-1974 e, soprattutto, l’aver ritrovato sullo schermo le piastrelle del bagno che c’erano un tempo nella casa dei miei genitori.

PS belli i titoli di coda

 

ricostruzioni

Dopo un paio di tentativi andati a vuoto la situazione aggiornata della mia vita on line è ufficialmente la seguente: blog su splinder defunto. In compenso adesso ho due blog distinti e separati che vivono di vita propria. L’uno è il passato, l’altro è il futuro. Ma non è escluso che si scambino di ruolo.

 

cinesi (i racconti del sottocasa)

Che la partita con la globalizzazione fosse perduta l’avevo sempre sospettato, ma poi, oggi, ne ho avuto la conferma.  Accanto al baretto vicino casa, quello sempre aperto dove si ritrovano i vecchietti del quartiere, stanno aprendo un salone per parrucchieri. Non certo una novità: ogni 50 metri, nel mio quartiere, c’è un parrucchiere. Prima il negozio era un laboratorio fotografico. Da alcuni giorni, la saracinesca era di nuovo alzata e operai operosi, con gli occhi a mandorla, si son messi a sbragare, ricostruire, pittare, stuccare. Ed hanno montato l’insegna “Parrucchiere”.

Poi, stamane, sono arrivati i mobili, mollati sul marciapiede in grandi scatole bianche. Così la situazione era più o meno questa: gli italiani vecchi a giocare a carte ed i cinesi a lavorare come cinesi per finire tutto al più presto ed aprire la nuova attività commerciale.

We are all fuck’d up…

la Repubblica dei furbetti

“Il Parlamento è sovrano, il tempo è poco, i margini pochissimi”. Mentre ci incula trova anche il tempo di comporre haiku.

Con queste lapidarie parole “Spinoza” fotografa il presente. Ed, ovviamente, raccogliendo a spizzichi e bocconi i commenti della gente comune, si capisce che al di là delle intenzioni manifestate dal Governo e dal suo progetto per riassestare i conti, lo scontento è generale. “La manovra non è equa”, “pagano sempre i soliti”, “lo Stato ci ha ingannato” sono le frasi più (ab)usate in questi giorni. L’italiano “vittima e tartassato” tira fuori il suo lato lamentoso. Come se, in questi anni,   la voragine nei conti pubblici non fosse stata il frutto (anche) delle truffe e dei ladrocini posti in essere da tutti, anche quelli poco importanti. Basta leggere i titoli di cronaca o ripassare un pò di abitudini molto diffuse: “ritira per tre anni la pensione del padre morto”, falsi invalidi come se piovesse, scontrini fiscali non rilasciati dai negozianti, gente in pensione a 40 anni d’età, tasse mai pagate (evasori parziali e totali) ecc. ecc. Il campionario è talmente vasto, lungo e fantasioso da lasciare stupefatti.

Quindi, non è tanto un problema di recessione. Siamo già tutti più poveri. D’animo e coscienza.