paolo nori

Siamo 7 miliardi di abitanti. Tutti non si possono conoscere. Tocca affidarsi al caso. Ed alla rete. Che amplifica, condivide, distorce, accumula. Sicchè, da un fatto di cronaca triste , scopro che esiste un essere umano di nome Paolo Nori che ha fatto (e si spera farà ancora) tante cose nella vita. Tenuto conto che sul suo blog ci sono molti impegni per i prossimi mesi (programmati senza sapere cosa ci destina il fato), questo fa ben sperare in una rapida ripresa dopo il brutto indicente.

Però, a me, il suo ultimo post prima di finire sdraiato a terra mi ha fatto venire un pò i brividi. Che fosse colpa dei bioritmi?

 

tra noi e loro

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Le vicende politiche di questi giorni (anni) dimostrano in maniera lampante il fallimento del progetto risorgimentale dell’unità d’Italia. Un’intuizione sbagliata ed inutile. Arrendiamoci all’evidenza dei fatti: non siamo fatti per stare insieme. La soluzione più semplice potrebbe essere quella di andarsene ognuno per i fatti propri, in una sorta di Risiko al contrario. Garantiamo dunque autonomia ed indipendenza a nuovi stati: Sardegna e Sicilia per conto loro; nascita dello Stato di PIELOVEFRIULTRENTIN (la terra di bengodi ove l’erba è più verde); cessione dell’Alto Adige all’Austria (alcuni milioni di morti cancellati con un tratto di penna); rivitalizzazione del Granducato di Toscana e dello Stato pontificio; San Marino sta già per conto suo e sono avvantaggiati; Porto franco in Calabria e Puglia (che di traffici e  commerci più o meno leciti c’è sempre necessità e Cipro non ha più il fascino di un tempo).

Secondo me potrebbe funzionare.

 

la speranza

Stamani, a  Roma, i marciapiedi sono bagnati di pioggia. Il cielo è scuro e coperto da nubi cariche. Qualche goccia cade, ma è solo una minaccia. Percorro, a piedi, il breve tratto che mi separa dalla metropolitana: non ho portato l’ombrello (mi da fastidio l’ombrello, impiccia).  All’angolo della strada, vicino alle scale della metro, stazionano due cittadini extracomunitari, con la loro merce: ombrelli.

Non piove e la gente passa oltre, senza guardarli. La gente è indifferente per principio. Io pure faccio parte della gente. Ho sorriso all’extracomunitario che mi mostrava la mercanzia ed ho letto nei suoi occhi un barlume, una piccola luce: la speranza. Ma io sono la gente. Ho sollevato le spalle e sono andato oltre. Anche oggi.

Non piove.

la migliore offerta

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Chi non ha mai desiderato, nella propria vita, di avere una stanza segreta, enorme, super sicura, ove potersi ritirare a contemplare ciò che piace, ciò di cui non si può fare a meno? Penso tutti. Quindi, ho un pò invidiato il protagonista di questo esemplare film di Tornatore, amante del bello e della pittura che passa una vita ad allestire, grazie al suo mestiere di battitore d’asta e conoscitore dell’ignoranza umana , una galleria di ritratti femminili di varie epoche ed artisti nella sua stanza nascosta ed inaccessibile (?).

La villa Colloredo Mels Mainardi, residenza di Claire nella pellicola, è situata a Gorizzo di Camino al Tagliamento, in provincia di Udine. Il bar antistante – allestito per il film in una casa disabitata e poi smantellato – si trova invece, nella realtà, non di fronte alla villa bensì a Trieste. La villa e la parte esterna al cancello d’ingresso (dove è identificabile anche la chiesa luterana del capoluogo giuliano) sono giustapposti con la tecnica del blue screen, in modo da dare l’impressione che si trovino nello stesso luogo.  (notiziola tratta da wikipedia)