Io Capitano

Era un pò di tempo che volevo andare a vedere il film di Garrone, coinvolgendo tutta la famiglia (grandi e piccini). Ci sono riuscito questo fine settimana, sfruttando i lussuosi interni del cinema Barberini, ammorbidito dalle poltroncione gigantesche. Impressioni generali: è un film sull’umanità. Fatta di colori, suoni, sogni e aspirazioni. Un’umanità che viaggia (nel peggiore dei modi) alla ricerca di un futuro diverso, di una scintilla. Un’umanità giovane, mai doma, disposta al sacrificio, al raggiungimento di un obiettivo. Che non perde di vista alcune cose importanti: la pietà, la solidarietà, la gioia di vivere.

Poteva essere un film cupo e di denuncia. Poteva essere un film pietistico e schierato. Racconta molto di ciò che già sappiamo (e spesso facciamo finta di ignorare) ed, invece, è un film sulla speranza.

Pacem in terris

Mi è capitato di rileggere, alcuni giorni orsono, i passaggi salienti della lettera enciclica “Pacem in terris“, ultimo messaggio spirituale lasciato da Papa Giovanni XXIII prima di morire. E’ stata pubblicata nell’aprile del 1963 e mi ha profondamente colpito. In particolare questo brano:

A tutti gli uomini di buona volontà spetta un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà: i rapporti della convivenza tra i singoli esseri umani; fra i cittadini e le rispettive comunità politiche; fra le stesse comunità politiche; fra individui, famiglie, corpi intermedi e comunità politiche da una parte e dall’altra la comunità mondiale.”

GOMBLOTTO!!

Non si fa tempo a cadere da un cavalcavia con un autobus (e a morire) che subito sui social, specie su tik tok, parte la gara delle insinuazioni preparate dai complottisti di professione. Quelli veri, duri e puri; quelli che sanno sempre tutto loro; quelli che “ci nascondono la verità“. L’episodio tragico, che sarebbe meglio accompagnare con un pudico silenzio è, invece, la stura delle illazioni, delle alzate di sopracciglio, delle faccette compunte degli espertoni che hanno tempo per montare una marea di cazzate, buttandosi a capofitto su due cavalli di battaglia: le macchine ad alimentazione elettrica e il presunto malore dell’autista. Ed è subito festa (di stronzate): tipo “i mezzi elettrici sono pericolosi e dietro ci sono le lobbies che ci vogliono vendere le auto per ucciderci tutti quanti”. Oppure “l’autista è morto per una reazione avversa al vaccino anticovid perchè è sicuro che le lobbies, le multinazionali, il diavolo, Soros ( scegliete a casaccio l’impersonificazione del male), ci vogliono uccidere a tutti quanti”.

Insomma, nelle menti semplici e stravolte di questi inutili idioti fosforescenti alligna il sentimento dello sterminio per finalità che, però, sono difficili da comprendere. In effetti, sarebbe facile, cinico ed anche un pò ingenuo obiettare a questi signori (che purtroppo votano) che nella moderna società liberal-capitalistica-globalizzata non si uccidono i consumatori, altrimenti si fermerebbe la giostra. E nessuno, proprio nessuno, la vuole fermare. Ma di argomentazioni ce ne potrebbero essere decine di altre.

Per cui, miei cari “gomblottisti” da strapazzo, consigliandovi vivamente di ficcare in una certa area del vostro corpo (che non starò qui a descrivere ma è facilmente raggiungibile) le vostre farneticazioni, abbassate il capo che la terra è rotonda e compie ogni 24 ore la rotazione completa da ovest verso est lungo un asse immaginario. Proprio come il vostro cervello.

monoteismo (explicit)

Dopo gli spiacevoli fatti occorsi in questi ultimi giorni tra israeliani e palestinesi direi che è arrivato il tempo di bandire per sempre le tre religioni monoteiste da questa terra, per obiettiva incapacità. Sarò esplicito, riferendomi a tre cose prese al volo: i preti cattolici inculano i bambini, i musulmani insegnano a lapidare le donne, gli ebrei reputano di essere il “popolo eletto”.

Propenderei per un panteismo aromatizzato alla cannella o, al più, un sano e responsabile ateismo.

oggi compio gli anni

Oggi compio gli anni e ci sono più candeline che torta. Ma dentro mi sento sempre giovane e pimpante, sebbene la mia carta d’identità dica una cosa diversa. Queste distonie mi sfregano l’anima, ma non mi importa molto. Tra ciò che sembro e ciò che sono ci corre una bella differenza.

Alzo il calice, alzo il dito medio e corro incontro alla vita.