Venerdì scorso io e l’amore mio siamo andati a vedere (forse con colpevole ritardo) il film “Smetto quando voglio” (parte seconda). Il primo ci era piaciuto, il secondo un pò meno. Ma non è di questo che volevo parlare, bensì di quanto suoni ironico (?) il titolo, a poche ore dalla morte di Dj Fabo. Ovvio che accostare un film leggero al tema tragico dell’eutanasia potrebbe sembrare una cazzata. Però, in queste ore di accesi dibattiti mi sono sentito un pò come lo spettatore ignorante che assiste alle peripezie del dream team delle smart drugs alla ricerca delle nuove formule da consegnare alla Polizia. Io in chimica sono sempre stato una pippa e, quindi, mi avvicino con reverenziale ed ebete epressione a formule del tipo:
che voi tutti, invece, maneggiate con grande abilità e dimistichezza. E’ la formula del Pentobarbital, il barbiturico che viene assunto dal paziente in maniera volontaria (il suicidio deve essere attivo, non passivo) per andare di là. Lo usano in veterinaria per analogo scopo (sugli animali ovviamente) e anche per le esecuzioni dei criminali condannati negli USA. Quindi, mai detto fu più vero che la morte ci accomuna e non fa discriminazioni. Se intendete acquistarlo on line, per un incontenibile spirito di emulazione (una sorta di Je suis Charlie a prescindere che scatta sempre quando si parla di battaglie per i diritti civili, mentre viviamo in una società di merda che affonda nella merda ordinaria delle auto in doppia fila, delle discariche a cielo aperto e della mancanza di senso civico normale) sappiate che lo potrete comprare on line in uno degli innumerevoli siti che lo reclamizzano quasi fosse acqua minerale. Non vi arriverà mai a casa poichè si tratta di truffe (ma pare che il Procuratore Guariniello alcuni anni orsono sia riuscito nell’impresa).
Detto ciò vivere è un inferno e morire pure.