road to ….. (osservatorio giovanile)

Non voglio apparire l’adulto rompipalle e borbottone cui non va mai bene niente.  Oggi è un giorno importante: si materializza lo sciopero “Fridays for future” nelle piazze italiane, con centinaia di giovani che, dopo il doloroso “how dare you?” ( COME OSATE!) di Greta pronunciato nel palazzo delle Nazioni Unite, si sono dati convegno per protestare contro il “nulla di fatto” in tema di cambiamento climatico.

Alcune rapidissime osservazioni da esterno:

a) è bello vedere tutta questa gioventù che si riunisce per discutere di un tema cruciale (è in gioco l’estinzione dell’umanità) senza bandiere ideologiche. Se ai tempi della mia gioventù c’erano ancora comunisti e fascisti, molotov e cause variegate (Palestina libera piuttosto che Irlanda libera, yankees go home piuttosto che Afghanistan libero) , oggi l’impegno è decisamente più nobile. Ma non riesco a percepire il reale grado di consapevolezza delle generazioni future.

b) gli adulti sono morti. Soprattutto se si ascoltano i dibattiti televisivi o si leggono i commenti sui social. Invece, i cartelli esposti nella manifestazione sono ironici, colorati, divertenti, candidi e tutto sommato giusti. Il che non siginifca che sia risolto l’enigma al punto a.

c) il cambio di modello economico è la scelta più difficile da realizzare. E’ su quello che si gioca la sfida reale. La mia sensazione è che sia già troppo tardi. Anche perchè gli interessi sono talmente elevati che chi è ricco difficilmente mollerà la presa. Ma come fai a parlare a un/a ragazzino/a di certe scelte se i modelli su cui è stato plasmato (in questa parte del globo) sono esattamente quelli contro cui protesta Greta? Sicuri di voler rinunciare alle comodità di un certo tipo di progresso (miope) che ha assicurato finora benessere, salute e prosperità? Sarete in grado?

d) a Stornarella (popolazione 5.300 abitanti), in Puglia, è sceso in piazza un solo ragazzino di dodici anni , con il suo cartellone fatto a mano.

 

lagna perenne (Maradona è megl’e Pelè)

Oggi ho deciso di farmi male: ho messo di sottofondo la musica di Calcutta, Coez, Thegiornalisti, Gazzelle, ex Otago, Motta, Maldestro. Tutti di seguito. Mammamia che generazione di sfigati. Che video periferici, che lamenti, che pesti, che albe livide,  che vite perse. Amami amore o ti monto un comodino.  Che triste gioventù. Nati vecchi e soli.

noodles ambientalisti

Di buone intenzioni è lastricato l’inferno. E, infatti, in tema di ambiente in Italia si vive proprio male. Ma male, male, male. Da un lato si fanno le roboanti dichiarazioni d’intenti, si parteggia per questo o per quello, ci si lamenta molto, tante volte si provano grandi spaventi (come quando vanno a fuoco i depositi illegali di rifiuti vicino o nelle città), non mancano le indignazioni e le proteste, ma le cattive abitudini dei singoli sono durissime a morire e le promesse dei politici sono, nella migliore delle ipotesi, belle bugie.

Alcuni esempi? Limitiamoci alla capitale. Mobilità sostenibile? A fronte di ore di vita perse in auto, stress, inquinamento, parcheggi selvaggi ecc. si registra il fallimento del bike sharing e la generale difficoltà a soltanto immaginare una mobilità differente e non legata alle auto. Riciclo dei rifiuti? A fronte di monnezza ovunque si registra nessuna riduzione della stessa con buone pratiche e  pavidi tentativi dell’amministrazione capitolina per avviare processi virtuosi (tre macchinette per raccogliere la plastica nelle stazioni della metro non sono la soluzione).

Passiamo ai macroargomenti. Tanto per evidenziare che, nonostante la classe politica professi un new deal  ambientalista, la palude regna sovrana. Correva l’anno 2012 (agosto) e il Ministro dell’agricoltura Mario Catania presentava una proposta normativa sul consumo del suolo. Tutti d’accordo e bla bla bla. Corre l’anno 2019 (settembre) e ISPRA presenta un rapporto sul consumo del suolo con dati sconfortanti (qui un pò di notiziole) e ci si accorge che in 7 (sette) anni, con maggioranze, colori, tweet, post e talk show vari non è stato fatto NULLA. Voi vivete sereni? Siete contenti di ciò che vi circonda? Fate finta di non vedere o vi sta bene così?

Ultima osservazione. La SVOLTA ECOLOGICA la si costruisce ogni giorno con scelte consapevoli e richieste al mercato fuori dalle logiche di “certi” interessi economici (ecco le belle parole: riciclo, riuso, riduzione comustibili fossili, energie rinnovabili, banco alimentare, banche etiche ecc.) e con un senso civico che favorisca innovazione, condivisione, inclusione, rispetto dei diritti dei lavoratori e, in ultimo, scelte coraggiose e non passive.

Ma è difficile, tanto difficile (a ulteriore conferma qui).