don’t touch my porchetta

Scorrevo, per puro diletto, un elenco di piatti vegani. Tra le tante leccornie spiccavano alcune pietanze dai nomi accattivanti: salsiccia vegana, ragù di seitan, arrosto di seitan, egg salad vegana, “tonno” vegan ecc. Ovvero, il difficile (difficilissimo) tentativo di affrancarsi dalle proteine animali, continuando ad ispirarsi, comunque, all’esecrabile mondo dei mangiatori di animali.

Orbene, le scelte in ambito alimentare sono sacrosante e vanno rispettate. Ma ciò andrebbe fatto a parità di condizioni e nel massimo rispetto. Tenendo conto che, in ambito mondo, nessun animale si pone l’interrogativo etico se sia giusto o meno cibarsi di altri consimili, sia pure appartenenti ad altre o diverse specie. Ci si nutre e basta. Senza alcun senso di pietà o rimorso. E, dopo secoli di fame atavica, è solo da pochi decenni che l’umanità (e neanche tutta) si è affrancata da carestie e scarsezza di cibo.

Quindi, molliamo gli ormeggi, guardiamo ciascuno nel proprio piatto (facendo le debite considerazioni) e lasciamo che i monumenti alla porchetta vivano la loro temporanea gloria (al pari di banane appiccate al muro) e scivolino nell’oblio, senza guerre ideologiche e senza ditini puntati. Che in termini di inquinamento e perdita della biodiversità possiamo star certi che pure la produzione della soia non è seconda a nessuno.

PS e no, gli animali non sono nostri fratelli. Mi dispiace.