Eliseo & Elisabetta

Ci sono momenti, nella vita di un artista, in cui ci si sente all’avanguardia. Il precursore, quello avanti a tutti. Quello che sperimenta, quello che provoca. Ma appena si traccia la linea, il gioco è già “vecchio”, imitabile e riproducibile all’infinito. Ciò che sembrava nuovo, una volta divenuto patrimonio comune, più non è.

E dunque, è venuto a mancare Eliseo Mattiacci che si occupava di cosmo e di arte. Che era bello in bianco e nero, nelle foto di Elisabetta Catalano (anche lei morta alcuni anni orsono). Con il suo sguardo un pò rapace, il suo nome che richiama il vento e la libertà. E’ morto, disperso nell’aria, come la sua generazione, ormai in via di esaurimento.

Avanti c’è posto.

eliseo

deprimersi di venerdì

Eurostat comunica ufficialmente che ogni anno gli italiani producono, cadauno, 489 chili di rifiuti solidi urbani (RSU). Siamo nella media europea e, per una volta tanto, facciamo pure meglio dei danesi (con i loro 781 chili), da sempre faro illuminante nel settore ambientale (come so’ bravi i danesi, quanto so’ belli i danesi, l’ho scritto tante volte pure io).

La popolazione italiana, residente al 1 gennaio 2019, è pari a 60.359.546 abitanti. Con una semplice moltiplicazione significa che ogni anno produciamo 29.515.817 tonnellate di RSU. E faccio fatica a visualizzare tutta questa roba e a dargli una collocazione o uno spazio ….

bestie in fuga

Orsi e coccodrilli sono in fuga nel Bel Paese.

M49 in Trentino Alto Adige, fa, come si dice in gergo tecnico,  il “problematico”. Grosso modo come il 99% della popolazione umana quando, ad esempio, si trova in luoghi chiusi tipo la metropolitana o cerca un  parcheggio in un centro commerciale sabato pomeriggio in inverno.

In Sardegna, invece, è scappato da un circo (o è stato rubato ancora non si sa) un coccodrillo. A Orosei, vicino alla spiaggia di Cala liberotto (un posto fantastico). Magari aveva bisogno di un break, di una vacanza, di sentirsi un pò libero, invece di essere considerato un’attrazione da baraccone. Un pò come il 99% della popolazione umana quando appare  nevrotica, stanca e  non compresa.

il ponte (digressioni simboliche)

Il “ponte” è parola usata spesso come metafora di qualcosa che unisce, che supera ostacoli, che apre la via. E’ passata da poco la commemorazione del crollo del ponte Morandi a Genova (14 agosto), con tutti i discorsi, gli abbracci e le lacrime. Adesso lì c’è un vuoto.  Che è un pò quello che avverto nel nostro mondo ordinario di cittadini (male) amministrati. E’ passato un anno in cui sembrava dovesse cambiare tutto. Un anno di promesse, di furiosi proclami, di “adesso che ci siamo noi vi facciamo vedere”. Ma non è cambiato nulla. Anzi, il vuoto, materiale e simbolico, è ancora più grande. Il ponte Morandi rappresenta così qualcosa che è stato spazzato via: l’Italia del boom, l’Italia della DC e del PCI, l’Italia un pò più solidale e aperta, l’Italia democratica con le sue felici contraddizioni, l’Italia che guardava al futuro. Per lasciare il posto a un buco (svuotato con  professionalità e in tempi stretti, per carità) e al senso, davvero molto forte, della necessità di ricominciare a costruire. Ma non sapere come (e con chi).

vuoto sostituisce vuoto

L’attuale situazione politica italiana, in questi giorni di grande calura, può essere riassunta nel titolo di questo post.

Cui aggiungerei anche questa utile riflessione, colta ieri sera in TV: “le parole dei politici hanno valore nel momento in cui vengono pronunciate. Un istante dopo perdono di significato. E possono essere smentite, cambiate, travisate o vanificate.” transforming-landmarks-paper-cutouts-rich-mccor-48-58da494d104da__880

com’è profondo il mare

Gli appelli a rimanere umani sono caduti nel vuoto. Ma che cos’è “l’umanità?” Mi devo aiutare con il vocabolario: Sentimento di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri uomini. Dunque è un sentimento. Qualcosa di volubile, di modificabile. Può esserci o non esserci.

In questi giorni d’estate, “l’umanità” è in fondo al mare.

tralfamadoriano

“Ho poco seguito”. Un’affermazione che, di per sè stessa, nasconde l’esatto contrario. Sono qui a dire che, in effetti, mi piacerebbe avere molti più lettori, sopratutto per stimolarli con riflessioni argute e interessanti. Mi piacerebbe spacciare roba forte che dia il giusto stimolo ai cervelli pigri.

Ma, in effetti, la mia prosa e gli argomenti trattati son noiosi. Un pò come tutto quello che gira qui intorno. In una casellina dell’universo tralfamadoriano.