Ieri sono andato a vedere il concerto di Salmo a Rock in Roma (alle Capannelle) con un duplice intento: salvaguardare mia figlia adolescente e effettuare uno studio sociologico sul divario tra un uomo di mezza età (cioè io) e la gioventù (cioè il resto del mondo).
Premesso di non aver ascoltato alcun disco dell’artista in tutta la mia vita , sono giunto nell’area sotto il palco senza alcun pregiudizio, ma soprattutto con orecchie vergini.
Ho guidato la marmocchia in mezzo alla folla e mi son detto: vediamo.
Il concerto è andato via liscio per un bel pezzo, con buoni ritmi (sia pure non proprio innovativi) e testi discreti. Salmo ha condotto lo spettacolo muovendosi in sedia a rotelle e cantando a ritmo serrato. Senza sforzo apparente (e secondo me divertendosi pure).
La seconda parte del concerto è stata meno interessante con la partecipazione di una manciata di ospiti dalle scarse qualità canore e anche un po’ noiosi. Fine della critica musicale.
Esiti dello studio sociologico. Effluvi di canne, ragazzetti giovani ma educati (passavano in mezzo alla folla chiedendo permesso) . La gioventù cantava a memoria testi pesanti. A dimostrazione che non è utile studiare poesie, ma è meglio far divertire il prossimo con il rap ( o qualunque cosa suoni Salmo).
Si in effetti qualcuno mi ha guardato storto mentre pogavo e tutto sommato non ho potuto unirmi ai cori poiché non conoscevo nessun testo , ma ho apprezzato la liberazione catartica del “machete era gay, gay, gay, gay ” urlato a squarciagola da tutti i presenti.
Non ho ravvisato alcuna novità rispetto a quando ero giovane io: si andava (e si va) ai concerti per stare bene e divertirsi.
Mia figlia sapeva tutti i testi e li ha cantati senza sbagliare una strofa. Dove li avrà appresi? Ah si , esistono YouTube e spotify.
Si comunque sono un uomo di mezza età. Inutile far finta.