Pizza alla liquirizia

Mancavo da un po’. Aspettavo che tutto tornasse alla normalità. Adesso ci sono venti di guerra e scenari apocalittici che vengono da Est. Quindi, mi sembra giusto tornare al cinema a vedere un film che mi incuriosiva già dal titolo “Licorice pizza”. Visionato in un rinnovato cinema Alhambra (vicino casa) nonostante l’industria del cinema non vada bene e men che meno le sale. Che film è? Un film che piace alla critica che non ha lesinato sperticate lodi. Che effetto mi ha fatto? Mi è piaciuto, soprattutto per i protagonisti e per la ricostruzione fedele dell’America degli anni ’70. Anche in quell’epoca c’erano crisi e guerre (sebbene entrino di striscio nel racconto). La storia , in realtà, è focalizzata sui due protagonisti che si muovono in un contesto sbilenco e confusionario, ove si cercano occasioni per fare affari e trovare l’amore. Alana Haim e Cooper Hoffman, i due attori protagonisti, sono perfettamente centrati: non belli, non divi, giovani, attraversati da una luce particolare. Molto ebrei, qualsiasi cosa questa affermazione voglia dire. Talmente ebrei che parte della famiglia Haim (il padre e la sorella) prende parte al film rispettivamente nei ruoli del padre e della sorella. Alana Haim, nella vita normale, fa parte anche di un gruppo musicale che si chiama, con notevole fantasia, “HAIM”.

Non so perché noto queste cose.