tempo di bilanci ed analisi

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog. Carini.

Ecco un estratto:

Un “cable car” di San Francisco contiene 60 passeggeri. Questo blog è stato visto circa 2.200 volte nel 2014. Se fosse un cable car, ci vorrebbero circa 37 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

criceto di Natale

Alla fine abbiamo ceduto e Babbo Natale ci ha scodellato un piccolo esemplare di criceto proprio sotto l’albero. Pelosetto, con robusti dentini ed occhi neri neri, il roditore ha incontrato subito i favori del pargolame che si è attivato nel costruire un enorme parco giochi, in una scatola di cartone, con altalene, vecchie bottiglie, scalette e gallerie (manco fossimo a neverland). Poi è arrivata la palla magica in plastica blu con cui l’esserino ha iniziato ad esplorare casa, rotolando allegramente. Si chiama Lulù, ma il sesso è ancora incerto. In compenso sgancia confettini a tutto spiano e rosicchia ogni genere di semini e cose dure. Gli/le vogliamo già bene.

la forza del presente

Ti svegli ed il Natale è già passato. Invece di provare istinti suicidi (come forse sarebbe accaduto un tempo), Roma ti viene in soccorso e ti presenta un cielo azzurro e sgombro. Ti viene subito la fregola di uscire fuori. Acchiappi i figli, acchiappi la moglie, acchiappi la biciclettina e il monopattino e cominci una sorta di personale “gran tour” in cui vuoi far vedere dei luoghi che ti piacciono. Sei felice di condividere un certo taglio di luce che sfiora le superfici. Il cuore ti canta e quando guardi la capitale dal belvedere sopra l’Accademia di Spagna, stringendo il marmocchio tra le braccia, che ha occhi ancora più grandi dei tuoi, capisci che non potrà finire mai la gioia che riesce a donarmi la vita mischiata a questa città.

IMG_6184

chi nasce e chi more

Ammalappena che s’è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s’è guardato intorno.
– Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?

– Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla…
– E l’asinello mio dov’è finito?
– Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
– Er bove? – Pure quello…
fu mannato ar macello.

– Ma li Re Maggi arriveno? – È impossibbile
perché nun c’è la stella che li guida;
la stella nun vò uscì: poco se fida
pè paura de quarche diriggibbile… –

Er Bambinello ha chiesto: – Indove stanno
tutti li campagnoli che l’antr’anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c’è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta…

– Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pè vangà la terra
adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente…
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi? –

Ner dì così la Madre der Signore
s’è stretta er Fijo ar core
e s’è asciugata l’occhi cò le fasce.
Una lagrima amara pè chi nasce,
una lagrima dòrce pè chi more.

 

giornaletti

Grande rilevanza sull’attentato incendiario sulla linea dell’alta velocità.

Il Corriere della sera, lo presenta così:

no tav 1

Cercando di costruirci un caso, un’ipotesi, uno “sgooop”, il solerte giornalista cerchia una palina ove qualche graffitaro ha lasciato un segno. Complotto NO TAV? Macchè è uno sgorbio. Come si vede qui:

no tav 2

Ci sarebbe scritto AMO (cancellato) TAJ. Giornaletti & giornalettari.

spararsi nelle palle

Che gli italiani non siano degli abili pianificatori è una cosa abbastanza risaputa. Abbiamo cessato di esserlo con il fascismo (ove peraltro occorreva vestirsi in modo piuttosto ridicolo prima di fare le cose). Da un pò, con scarsa fantasia, i media ci propinano reportage su come le strutture usate per le olimpiadi (autunnali, invernali, primaverili o estive) siano da considerare uno spreco di soldi. Invero, si è cominciato con i giochi olimpici di Atene (che avrebbero causato un buco nel bilancio ellenico da cui i greci non si sarebbero ripresi più. Leggenda metropolitana?) e adesso siamo approdati a Torino 2006 (che peraltro ricordo molto piacevolemte per la fantasmagorica cerimonia di apertura). Le strutture sono costate tanto, sono state usate poco, sono già in fase di abbandono e bla, bla, bla. E’ colpa di Torino 2006 o delle amministrazioni pubbliche se non si riesce a gestire quello che viene fatto e costruito? Qualcuno se li guarda i progetti, prima, oppure è tutta una piacevole connivenza? Ma consideriamo il fenomeno da un’altra prospettiva: perchè si fanno le olimpiadi o i mondiali di calcio o il sei nazioni di rugby o i mondiali di nuoto o i campionati di curling? Qual’è la vera molla? La fratellanza tra i popoli? No. La vera molla è ….. i piccioli: ovvero vendere più coca-cola, più birra, più macchine, più televisori, più, più, più, più. Dunque, non importa, ad esempio, se il Brasile si indebiti e riesca a finire di costruire gli stadi 30 secondi prima del fischio d’inizio. Importa solo che la scenografia sia pronta e riempita di folla festante. Stomaci da riempire, tasche da svuotare. E, in questa logica, la sola cosa che importa è esserci, per il quarto d’ora di gloria. In realtà, laddove vi fosse un reale interesse per la cosa pubblica, a tutti i mirabolanti sponsor bisognerebbe mostrare il dito medio e pianificare gli eventi per far durare ciò che si realizza, per omnia saecula saeculorum. Con un pò più di perizia e lungimiranza.

suonatore di ponti

 

 

le occasioni da prendere al volo

Mia mamma dice sempre che Roma, nel 1960, era bellissima: pulita, ordinata, splendente.  Ed, in effetti, quando si guardano i vecchi cine giornali e le foto della” Grande Olimpiade” di quell’anno, sarà forse a causa del bianco e nero, si respira un’atmosfera che ci siamo scordati da decenni: ottimismo, buona volontà, desiderio di farcela e di ben figurare.  E’ vero, ci siamo smarriti, poichè in questi anni abbiamo imparato solo a pensare a noi stessi ed al nostro tornaconto. Adesso ci sarebbe una buona opportunità, per l’intero Paese, di tentare una svolta, di costruire un modello, di seppellire la corruzione ed il malaffare … Ma già si fanno polemiche, si tira cacca a destra e sinistra. Insomma, nessuno ci crede più. La vera occasione, da qui al 2024, per me è comunque un’altra: preparare in dieci anni, una nuova generazione di campioni sportivi. Qualcuno ha intenzione di investire sul “capitale umano”?

28_08_1960_anteriore

I will follow

Non penso, anzi sono sicuro, che, quando uscì questa canzone nel 1980, gli U2 pensassero minimamente a cosa sarebbe successo del termine “follow” da lì a qualche anno nella galassia dei social networksssssss. Cioè, uno fa un brano “post-punk-college-rock-alternative-rock-pop-rock” e poi si ritrova in un incubo:

Walkaway, walkaway
I walkaway, walkaway
I will follow.

Ovvero, pure se vai via, se ti nascondi, se ti allontani, se ti alieni, se non te ne frega un cavolo…. I will follow!!!!

PS a rivederli oggi gli U2 del 1980 … mettono i brividi: che capelli, che movenze!

fortuite casualità

L’altro giorno, mentre provavo a riconnettere tutti gli apparati tecnologici di casa, ho messo su un disco di Carmen Consoli “Stato di necessità” (che ironia!). Non lo ascoltavo da una vita. E è tornato su un rigurgito di ricordi: vacanze, amici perduti, vestiti cambiati, attese tradite e progetti riusciti a metà … Mi sembrava di frullare e rifrullare al fondo di una pozza semi prosciugata. Ora è di questi giorni la notizia dell’uscita del nuovo lavoro di Carmencita, il cui titolo, manco a farlo apposta, è “L’abitudine di tornare”.

E chissà che qualcosa del mio passato non si palesi sotto nuove forme e colori.

hill-rond-nature-landart-04-870x579