Qualcosa si muove. A fatica, ma si muove. Ci sono volute la monnezza a Napoli e Palermo, le proteste per la discarica di Malagrotta, le polemiche sui termovalorizzatori ecc. A Roma parte la nuova raccolta differenziata (non in tutti i municipi a dire il vero, ma parte). Per la capitale d’Italia, con il suo bel bacino di circa 3 milioni di abitanti, solerti fabbricatori di spazzatura, potrebbe essere l’inizio di un radioso futuro. Certo si è dovuto aspettare il 2013, ma (che volete?) la politica ha i suoi tempi.
Intanto, a pochi chilometri da Roma, sul litorale laziale, il piccolo ma solerte Comune di Fiumicino (caratterizzato da uno dei più elevati tassi di abusivismo/condonismo edilizio) ha attivato il proprio sistema di raccolta differenziata. Semplice, ben strutturato e (finora) efficiente. I residenti sono stati muniti di contenitori per i diversi tipi di materiale e di una guida molto ben fatta su come differenziare per categorie mercelogiche (tutto lo scibile umano applicato al rifiuto). Sicchè, a giorni alterni, davanti a villette e villoni compaiono i gioiosi e colorati mastellini che, come d’incanto, vengono svuotati e riconsegnati ai proprietari.
Trovo tutto ciò estremamente civile ed utile: differenziare è come giocare con i mattoncini del lego ed ogni cosa può trovare il suo posto ed una seconda (terza e quarta) vita.
Però, in giro, ci sono ancora un sacco di invididui maialosi che, privati della confortevole certezza del cassonetto (sono stati rimossi tutti implacabilmente), lasciano tracce puzzone dietro di sè con pratiche del tipo lancio del sacchetto della spazzatura in corsa, discarica abusiva, abbandono di rifiuto, sversamento incontrollato ecc. ecc. Quindi, mentre da un lato c’è un nutrito esercito di persone che si applicano ogni giorno a cercare di ridurre la merda che riversiamo nell’ambiente (imparare il gioco è facilissimo, applicarlo ancor più facile), dall’altro i maialosi complottano a deturpare con le loro porcherie vialetti, radure e strade e persino il mare. Contenti di condividere con il resto dell’umanità la loro incivile e fottuta esistenza.
Se vi becco, vi meno.