Luci basse, pareti ruvide, birra tiepida, tavoli sporchi, poca gente. Sul piccolo palcoscenico suonano in cinque: due chitarre, un basso, voce e batteria. E’ una sera come tante. Neanche un fine settimana. Si sta in scena, si snocciolano i pezzi, si fanno battere le mani agli amici. Non è l’Olimpico, non è Wembley. Stasera è una reunion: gente che si è messa a far musica almeno 30 anni fa. Io li guardo, chiudo gli occhi e avverto la loro energia. Me li immagino come avrebbero potuto essere all’inizio, quando il futuro era il possibile e l’unica cosa che veramente contasse era suonare. Non importa dove la musica li avrebbe portati.
Se dovessi far combaciare quelli di allora, con quelli di oggi, farei fatica. Le panzette, i capelli radi, le rughe. I figli, le compagne, le mogli, il mutuo da pagare, la casa fuori città, il lavoro ordinario (che non sempre l’arte ti da da mangiare). Si perchè quando il concerto finisce e ci puoi scambiare due chiacchere, i musicisti sono gente normale.
All’amore mio ha fatto male rincontrarli. Perchè erano amici e rivederli adesso, a distanza di così tanto tempo scattano i brutti pensieri: “La vita va vissuta subito, perchè non la puoi controllare … Ti porta in giro, dove vuole lei..” Eh, sì. Per sempre cristallizzati in quella bolla di tanti anni fa, com’è difficile riconoscersi adesso. Mica si è rimasti uguali. Mica si è rimasti quelli lì di un tempo. Si può fingere. Ma siamo fottuti.
*Il Fonclea è un locale romano, sito a pochi passi da San Pietro, dove si fa musica dal vivo fin dal 1977.