raccontare tipi umani

Libero De Rienzo, attore, veniva al baretto sotto casa mia a prendere l’aperitivo. L’ho incontrato spesso ed era quasi sempre da solo o in compagnia del suo cellulare. Si sedeva a un tavolino e stava lì parecchie ore. Era come lo si vedeva nei film: con quella faccia particolare, le movenze e la voce. Io che sono un tipo discreto non gli ho mai rotto le palle per una qualsiasi inutile scusa. Mi bastava sapere che ogni tanto lo si trovava lì, a farsi gli affari suoi. In fondo si vive di luce riflessa ed è bello restare nell’ombra a coltivare un ricordo. Sia pur labile ed insignificante.

A me, Libero, stava simpatico.

«Entrate se avete il coraggio, e uscite se ne siete capaci»

Come al solito arrivo lungo sulle celebrazioni. E questo post è una celebrazione. O meglio, l’ennesimo necrologio. Cazzo, mi accorgo sempre di più che la mia vita è costellata di defunti, più o meno illustri. Di modelli morti, di cantori trapassati, di gente bellissima, ma ormai rigidissima. E qui, signore signori, si parla dell’uomo più rigido (o meglio eretto) della storia del rock. Quel Mr Mojo rising che, nel fulgore dei suoi 27 anni, ci lasciava per sempre a Paris, voilà, il 3 luglio di cinquanta anni fa. Per passare dritto dritto (o come sono spiritoso) su poster e magliette, tazze e gadgets vari. Gli anni sono volati e di poster alle pareti se ne sono succeduti parecchi. Idoli e band, trucchi e parrucchi. Ho letto un bell’articolo su Rolling Stones, in cui si sottolinea, in questo anniversario, che il mito dei Doors sia un pò in ribasso. Sorpassato da algoritmi, big data e fruizione musicale talmente di bassa qualità da fare cadere le palle in terra. In fondo, oggi, certi riti e certe trasgressioni non hanno più una reale tensione morale. Non c’è più nulla da rompere o criticare. Gli schemi sono già saltati, la strada è tutta in discesa. A che serve oggi, un poeta ubriacone, un sessuomane arrapato, un contestatore drogato? Che messaggio potrà mai essere condiviso? Il Viet-fottutissimo-Nam è stato perso (ma da allora non abbiamo smesso di farci la guerra). Il sesso è diventato youporn (un soliloquio masturbatorio da cameretta). E di esplorazione dell’ignoto credo che ormai si sia deciso di farne a meno.

Rimango solo io ad alzare una birra e a canticchiare:

Roll, roll, roll, roll
Thrill my soul
You gotta beep a gunk a chucha
Honk konk konk
You gotta each you puna
Each ya bop a luba
Each yall bump a kechonk
Ease sum konk
Ya, ride

Ciao Jim, ti abbiamo mandato su anche Raffaella Carrà, casomai vi andasse di duettare, visto che a Woodstock non se n’è fatto niente….

le attese composte

Perchè si aspetta l’estate? Per leggere i libri. O almeno è sempre stato così per me. Quand’ero piccolo c’erano le letture estive legate alla scuola, vissute non come un’imposizione, ma come una possibilità in più di scoprire nuovi mondi e emozioni. Poi, crescendo, i libri sono divenuti l’occasione per riappropriarsi dei propri spazi, per lasciare fuori le cose ordinarie e raccogliersi in un cantuccio libero e fecondo.

L’oggetto libro (cartaceo) mi fa gran simpatia ancora adesso che ci sono i lettori elettronici ed, in linea teorica, in una sola estate si potrebbero leggere settecentocinquantacinque volumi di seguito senza doversi portare dietro un’intera libreria. La quantità ha preso il sopravvento, anche in questo settore (purtroppo).

Perciò, come scelta consapevole, per questa estate ho deciso di affidarmi al caso e di acquistare due soli libri che conto di finire un pò come capita. Di questi, ho grandi aspettative per “Lontano dal cuore” di Paolo di Paolo per motivi puramente estetici e irrazionali. Mi è piaciuta la foto di copertina che magari non c’entra nulla con quanto troverò tra le righe. Mi sono rifiutato di leggere le recensioni, mi sono solo affidato all’istinto ed ho già preso altre strade che nulla c’entrano con il libro (chi sono le ragazze ritratte? chi è il fotografo? dov’è la via dell’immagine? com’è cambiata? cosa facevo io negli anni ’80?)