Prime Ministers do have boobs

In questi giorni si parla di sentenze di vario genere. Due su tutte: la condanna di Mr B. per sfruttamento  dell’organo genitale femminile e la sentenza sulla liceità dei matrimoni tra coppie omosessuali, emessa negli USA. Sembrano cose così lontane e diverse, ma producono una marea di polemiche, discussioni, bla-bla-bla. Sono, però,  il segnale della difficoltà della società ad affrontare il tema della famiglia, del rapporto di coppia, dell’identità di genere.

La sentenza su Mr B., al di là di ogni discussione strumentale, attiene a un modello arcaico, fallocentrico e maschilista, ove tutti trombano con tutti, ma la “famiglia”  è sacra ed inviolabile. E’ la cultura delle corna legalizzate, dell’ammettere  il delitto passionale, del complimento al gentil sesso strimpellato, dell’allusione, della battuta pecoreccia, ove si “diventa froci se si viene sottoposti a operazione alla prostata”. La socieà italiana è pervasa di questo modello. Più si tromba, più si acquista fascino ed importanza agli occhi degli ammiratori del modello B. L’unico possibile ed immaginabile per la salvezza del mondo se no poi “quegl’altri” prendono il sopravvento. Un modello che ha tutta la mia disapprovazione.

La sentenza USA ha, invece, dei risvolti inquietanti. Per alcuni, specie nelle sfere molto alte, equivale ad una battaglia di civiltà ed attiene ai diritti ed alla libertà dell’individuo. Ci può  stare, se siamo nel mondo delle favole in cui il modello è quello in base al quale l’Amore trionfa e Cenerentola sposa il principe azzurro,  al di là delle convenzioni, delle differenze sociali, delle caste. Ora, Cenerentola che sposa la principessa a me francamente suona un pò insolito (ed anche un pò ridicolo).  Mi è difficile da spiegare, ma “matrimonio” e “famiglia” (intesi in senso usuale, non berlusconiano e non retrivo) li vedo perfetti per generi diversi. Per generi omologhi inventiamoci qualcos’altro di più fantasioso, colorato e divertente. Chiamiamoli “nuclei LGBT”, “templi dell’amore”,   “unione dello spirito”, “patata-patata”, “piso-piso”, fate voi. Ma lasciateci un pò di spazio a noi gente “normale”  non arcaica, non tradizional-bigotta che vuol serenamente vivere il rapporto di coppia uomo-donna con tutte le difficoltà e la bellezza del caso. Non appriopriatevi dei nostri simboli e dei nostri territori.

d7bb6f2af3dde837419dbef7c680b7eb49b063d4_m

Société des amis de la Constitution

“Marcato élitismo, che affida la direzione della politica a una  minoranza pura, virtuosa, intransigente, sempre all’erta contro i nemici esterni e interni della rivoluzione (controrivoluzionari, moderati, ‘indulgenti’).

Rigoroso ugualitarismo, rifiuto del compromesso, tendenza alla radicalizzazione dello scontro politico, interpretazione della rivoluzione come evento non solo politico, ma anche come rinnovamento etico dei cittadini, difesa delle conquiste rivoluzionarie anche attraverso lo stato d’emergenza”.

Prevedibile esito: il giacobinismo culminò  nella dittatura e nel Terrore.

Con il Movimento5stelle, invece, siamo già alla farsa pura.

le morti terribili

Fa di nuovo caldo. C’è la bolla africana. Non c’eravamo più abituati. Quando fa caldo mi angoscio con l’orrore e  le cose brutte. Specie con i fatti di cronaca che vengono taggati online nella sequenza “famiglie”, “genitori”, “tragedie”.  Ovvero quando i genitori dimenticano i figli piccoli in auto e li lasciano morire sotto il sole. Stanotte non sono riuscito a dormire a causa di questo terribile pensiero fisso.

Non è un bel periodo. Non sono tranquillo.

Caro sindaco

Caro nuovo sindaco, abito a Roma dal 1967 (forse poco per una città che di anni ne vanta parecchi – 21 aprile 753 a.C. ab urbe condita, per l’esattezza e per la pignolezza), ma in questo breve lasso di tempo l’ho vista cambiare parecchio in peggio. Brutte periferie, strade dissestate, molta sporcizia, vandalismo, scarsa attenzione alla valorizzazione e difesa del suo patrimonio storico ed arboreo.

Caro nuovo sindaco, sono andato a votare ed ho votato per te. Ho voluto dare la mia fiducia a te.

Lavora, bene, tanto, con criterio, con passione, con allegria e non mi fare incazzare.

jep gambardella

La grande bellezza“. Che dire? Esercizio estetico, piacere dell’inquadratura, fauna umana varia, parecchi nodi irrisolti (specie il parallelo tra piano religioso e piano mondano). Una sorta di “Dolce vita” 5o anni dopo, con meno estro creativo e meno voglia di stupire. In alcuni punti le battute sono irresistibili, in altre si langue. Su tutto e su tutti, Roma bellissima e sconsolatamente popolata da bestie.