Cos’hanno in comune queste cinque leggiadre e sorridenti donne? Non la nazionalità (albanese, olandese, tedesca, norvegese ed italiana, da sinistra destra), ma il lavoro che fanno: sono Ministri della difesa. Quante domande si affollano nella mia mente: non si dirà più “scemo” di guerra? Trattandosi di donne questo comporterà una minore produzione di armi? Cesseranno i conflitti nel mondo? Non verranno più acquistati gli F-35? Perchè se per la parità tra uomo e donna, questa foto qui rappresenta una bella (?) immagine, sono curioso di sapere cosa porterà in più la questione di genere (argomento pallosissimo e iperinflazionato) nella trattazione di un campo per secoli prerogativa esclusiva degli uomini …
Mese: febbraio 2014
chi ha paura dell’uomo bianco?
il tweet oltre la morte (Я вмираю)
Olesya Zhukovskaya è viva? E’ morta? Twitta anche dall’aldilà?
odessa
things come apart
a proposito di perdenti
“Inside Llewyn Davis” è il film perfetto in questo periodo di crisi e stagnazione. Vuoi perchè il protagonista è un uomo di talento, ma sfigato (arriva troppo presto all’appuntamento con la storia), vuoi perchè oggi il talento (made in italy) è ingiustamente sprecato. La storia è americana, il periodo storico è lontano (1961), ma Llewyn potrebbe essere benissimo un esodato, un part time, un cassaintegrato, insomma un fallito. La storia è piena di falliti che non hanno fatto la storia. E noi italiani al momento siamo primi in classifica in questo settore. Dunque Llewyn Davis parla di noi. E’ uno di noi.
La firma, come al solito brillante, è dei fratelli Coen (rispetto ad altri loro film non muore nessuno, forse solo un gatto).
al v(u)oto al v(u)oto
Ieri da Santoro si filosofeggiava sul primo governo Renzi. Sul “così non è carino” (dare il benservito), sul fatto che l’attuale parlamento è deleggittimato, inclusi i grillini (vedi sentenza Consulta su legge elettorale), sul non credere che Renzi possa rimettere in sesto il Paese (ci piace molto di più rotolarci nel fango e nella miseria). Tutte belle considerazioni che finivano per essere riassunte nella necessità impellente di tornane alle urne. Per consentire finalmente ai cittadini di scegliere.
Scegliere chi?
barnum
La politica è così: per mesi ci si impaluda in disquisizioni filosofiche e poi ci sono le accelerate che mettono brio. Già si parla del primo governo Renzi e del conseguente “toto ministri”. Tra i vari nomi che spiccano, c’è quello di Alessandro Baricco alla cultura. Ed io che sono sempre preveggente, proprio in questi giorni avevo ripreso a leggere “Barnum – Cronache del grande show”, anno di grazia 1995.
Un titolo profetico…