tutto quello che vuoi (e forse anche un pò di più)

Ieri io e l’amore mio … Ovvero una recensione cinematografica come non se ne leggevano da tempo!

Ieri, io e l’amore mio, dopo secoli, siamo usciti e siamo andati al cinema. Di martedì. La nostra scelta è caduta sul film italiano “Tutto quello che vuoi” del regista (ma soprattutto sceneggiatore) Francesco Bruni.

Un film fresco. Nonostante si parli di vecchiaia, alzheimer e, alla fin fine, morte. Un film garbato, a tratti divertente, anche un pò commovente. Un bel modo di far dialogare giovani e vecchie generazioni su temi come la poesia, l’amore, la memoria, la felicità. Strepitoso Giuliano Montaldo nella parte dell’anziano poeta, ma anche i giovani ragazzetti sgangherati, che in qualche modo finiscono coinvolti nel trascorso ormai prossimo a svanire, sono avvenenti e centrati.

Insomma, un bel film. Lo consiglio.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,

t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti…

eccomi

Riflessioni sparse (ed in corso d’opera)  sull’ultimo libro di

Jonathan Safran Foer

… che già uno che ha un cognome così lo capisci subito che ti investirà con una bomba linguistica che ti sparpaglierà sul pavimento. Ma insomma, non ero preparato, non avevo studiato, non avevo preletto.

Ho solo acceso il mio lettore, ho fatto scivolare il polpastrello ed ho acceso le pagine. E mi sono trovato dentro. Dentro alla mia vita, alle banalità quotidiane ed alle aspirazioni cogenti che ti impognono di andare avanti, senza mai centrare l’obiettivo. Ai discorsi perfetti e brillanti  (che non lasciano spazio a repliche) ed alle incogruenze.

Quanto sò arguti l’ebbrei !! 

Mi sono ritrovato nei suoi personaggi, pur non essendo ebreo (esiste una categoria di non ebreitudine? E’ grave? Si guarisce?), ed in certe dinamiche della vita familiare.

“Che uccidono”

Non sono Abramo, invece, non sono pronto. Gli appuntamenti della storia li ho già  falliti tutti. Lentamente si muore in un silenzio che ci scaviamo intorno.  Ma. Se tutto va male non c’è nulla che possa andare davvero male (citazione errata, ma qui ci stava bene).

“…”

Piuttosto questo presente ci contamina e disgrega.

Sono circa a metà …Lo volemo fa’ sto’ Bar Mitzvah si o no?

sinai israele satellite

Update: finito il libro. Giusto in tempo per commemorare la guerra dei 6 giorni, di questi tempi.  

taking climate change “seriously”

Noi tutti abbiamo bisogno di credere. Credere nelle parole che ci vengono dette. Viviamo in un mondo ostile: predatori, calamità naturali, distruzioni causate dal genere umano. Non abbiamo neanche più il conforto dell’aldilà. In cosa possiamo rifugiarci se non in noi stessi? Ecco, allora l’importanza di avere dei politici: delle persone che ci raccontano delle storie, che tracciano scenari, che suggeriscono soluzioni, che investono soldi pubblici in ambiziosi progetti (l’uomo sulla Luna o il riarmo nucleare, scegliete voi). Non sono necessariamente cose vere. Ma basta crederci.  Li votiamo apposta. Per una segreta speranza di vivere meglio e alla grande (delegando magari ad altri le sconfitte e le reali delusioni). Anche se rimane sempre quella sottile inquietudine che, in fondo in fondo, sia tutto una recita. Il politico afferma che farà questo, quello e quell’altro: sanità, scuola, trasporti, lavoro, ambiente. Ecco, appunto, ambiente. Sono anni che si discute di cambiamenti climatici: gli scienziati dicono che sono in atto. I politici un pò tentennano. Non ci credono del tutto. Chi si asserraglia dietro al liberismo chi dietro al post comunismo. Nessuno vorrebbe pagare il prezzo della nostra voracità. Il cambiamento climatico è una sorta di unicorno (o altro animale fantastico): potrebbe esistere. Anzi no. Intanto, fenomeni tipo lo scioglimento del permafrost, la riduzione della calotta polare, la desertificazione, la sparizione dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani,  ma anche delle temperature dei mari procedono indisturbate, con il rischio di innescare processi dagli effetti decuplicati ed irreversibili. Quindi, fanno un pò sorridere l’appello di Macron agli scienziati americani affinchè vadano in Francia ad occuparsi del problema visto che Trump se ne strafotte (una sorta di importazione di scienziati clandestini), ma anche tutta l’inutile diatriba sul disastro ambientale di Pomezia di queste ore  che ha fatto preoccupare i più solo da un punto di vista politico, mentre moriamo lentamente ed invisibilmente ogni giorno. Vittime di noi stessi.

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la croce rossa fa sempre una brutta fine

Dateci la nostra dose quotidiana di Trump! Ormai è questo l’imperativo categorico. Cosa ha detto oggi? Cosa ha fatto oggi? Cosa ha minacciato oggi? Che cazzate ha partorito? Trump, Trump, Trump! Sembra di essere tornati ai tempi belli di Berlusconi …

Ad ogni modo, bisogna essere british per cogliere così bene nel segno:

I wonder whether Trump talks to Trumpself in the third Trumperson when Trump’s alone.” (J.K Rowling)

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era de maggio

Era de maggio e te cadéano ‘nzino,
a schiocche a schiocche, li ccerase rosse.
Fresca era ll’aria, e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciento passe.
Era de maggio; io no, nun mme ne scordo,
na canzone cantávemo a doje voce.
Cchiù tiempo passa e cchiù mme n’allicordo,
fresca era ll’aria e la canzona doce…

E diceva: “Core, core!
core mio, luntano vaje,
tu mme lasse e io conto ll’ore…
chisà quanno turnarraje?”
Rispunnev’io: “Turnarraggio
quanno tornano li rrose.
si stu sciore torna a maggio,
pure a maggio io stóngo ccá.
Si stu sciore torna a maggio,
pure a maggio io stóngo ccá.

Incorreggibili romantici cercasi.