Siccome adesso ci sono i mondiali (che profluviano milioni di parole ed immagini) non si può non parlare del calcio. E’ impossibile. Anche se sei incompetente, se non capisci un’acca di strategia e tattica e siamo tutti dei Mister. Poi, figuriamoci nel 2014, con i social network ….
Quest’anno ci è andata bene. Ci hanno eliminato al primo turno. Ce l’aspettavamo. Ed, infatti, la Nazionale ha reagito in maniera composta e dignitosa. Sono già tutti a casa, ritornati ai loro affetti, che sono la cosa più importante. Si, certo, qualche giornalista ha provato a fare un pò di colore, ma, insomma è poca cosa. Ciò che è evidente è che l’Italia non ha campioni, non ha giocatori eccellenti. Abbiamo gente che gioca al calcio ad un buon livello, profumatamente pagata, ma mi fermerei qui. Non c’è l’uomo “bandiera”. Si è data fiducia ad un “cretinetti” che mio figlio di quattro anni è più maturo di lui.
Adesso ci si può riposare e godersi il calcio degli altri, più vitale e spensierato. Per vincere un mondiale, infatti, il segreto è avere il piacere di giocare a calcio.
Io, insomma, ripartirei da qui:
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l’allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell’area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.