Vinicio

E se tutte queste cose non erano buone, il Patraterno non le creava. Si faceva i cazzi suoi” (C.V. 10,26) Questa è la dedica all’inizio del libro “Il paese dei coppoloni” immaginato e scritto da Vinicio Capossela. E’ il mio ultimo acquisto e mi accompagnerà nelle prossime settimane in un viaggio che spero lungo ed interessante.  Vinicio mi piaceva già ai tempi di “All’una e trentacinque”, giusto giusto 25 anni fa. Di strada e polvere, di vuoti e silenzi, di miti e mitraglie, di marajà e odalische, di 4 roses bourbon non tutti si possono permettere di cantare e raccontare.

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